No allo sfruttamento dei bambini

Per leggere la pagina clicca qui

Un racconto straziante, vero, che commuove fino alle lacrime, è «Storia di Iqbal», il ragazzino pakistano divenuto simbolo della lotta contro lo sfruttamento minorile. Privato della sua infanzia per lavorare in una fabbrica di tappeti, una volta scappato, denunciò le dure condizioni in cui erano costretti a lavorare molti suoi coetanei. Da quel momento nessuno poté fingere di non sapere dell’esistenza di lavoratori bambini. Iqbal ha pagato il suo coraggio con la vita: venne assassinato il giorno di Pasqua del 1995. Essendo passati diversi anni dalla sua morte, viene spontaneo domandarsi che cosa sia cambiato da allora. Gravissima è la piaga del lavoro minorile ancora oggi: i bambini sono costretti in attività lavorative che li privano della loro infanzia e dei loro diritti, soprattutto quello all’istruzione, mettendo così a rischio il loro sviluppo psico-fisico. Circa 152 milioni di bambini – pari al 10% della popolazione infantile globale – sono oggi coinvolti in qualche forma di lavoro minorile nei settori dell’agricoltura, della manifattura, dell’estrazione mineraria, dove vengono a contatto con sostanze tossiche o macchinari pericolosi, per non parlare del lavoro domestico a cui sono costrette bambine che nelle case altrui o nelle proprie sono oggetto di abusi e violenze. È spaventoso immaginare come, ancora nell’età dell’infanzia, alcuni bambini siano costretti a frugare nelle discariche per reperire rifiuti da riciclare e lo è ancor più pensare alla reale condizione dei bambini soldato costretti ad imbracciare un’arma e uccidere. Tutti i dati sullo sfruttamento minorile mostrano che il fenomeno è meno diffuso nei paesi ricchi come l’Europa. Il maggior numero di bambini lavoratori si trova invece nei Paesi poveri, in particolare nell’area Asia-Pacifico e nell’Africa subsahariana. Il Covid-19 ha peggiorato le condizioni di vita dei bambini lavoratori a causa dell’aumento della povertà, della diminuzione dei servizi sociali e in particolare della chiusura delle scuole, che ha interessato più di un miliardo di studenti in 130 Paesi del mondo. Quando riapriranno le scuole, non tutti questi bambini potranno permettersi di tornare a studiare, perché le loro famiglie avranno bisogno del loro lavoro. Noi abbiamo capito, invece, che l’unica arma capace di sconfiggere la piaga dello sfruttamento minorile è proprio la scuola, perché, prima di ogni altra cosa, insegna ai bambini a riconoscere i loro diritti. Classe I A