Il volontariato ai tempi del Coronavirus

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A quasi un anno dalla diffusione del Covid-19, il mondo è ancora stravolto dalla pandemia che ha cambiato la vita di ogni cittadino. Ogni Paese si è da subito focalizzato ad elaborare al più presto un vaccino che contrastasse il virus. Infatti, benché i governi abbiano elaborato regole per limitare il contagio, i provvedimenti non sono bastati: la curva dei contagi aumenta e diminuisce, senza trovare un punto fermo. A dicembre è stato creato un vaccino dalla Pfizer, a cui hanno fatto seguito altre case farmaceutiche, ad esempio Moderna, Astrazeneca e Sanofi. La campagna di vaccinazione di ogni Paese parte dalle persone che rischiano di contagiarsi più facilmente, come coloro che si occupano della sanità. A questo proposito un’alunna ha intervistato i propri genitori che operano nell’ambito dei servizi sanitari. Com’è cambiata la vita sulle ambulanze? «Noi siamo un’associazione che svolge servizi sanitari secondari nel settore privato. A differenza di prima della pandemia, sono state intensificate tutte le misure e i dispositivi di sicurezza». Quali norme vengono utilizzate dai vostri operatori? «I nostri operatori rispettano tutte le normative e utilizzano i dispositivi di sicurezza prescritti. Prima di ogni servizio viene misurata la temperatura e, qualora risultasse maggiore di 37,5 gradi, vengono sottoposti a tampone. Facciamo il tampone regolarmente, ogni settimana, oppure qualora avessimo sintomi». Com’è cambiato il rapporto paziente-operatore del soccorso? «Prima di accettare ogni servizio chiediamo il certificato di negatività al Coronavirus. In questo modo salvaguardiamo la salute dei pazienti da noi trasportati e del nostro personale». Avete paura di contrarre il virus? «Ovviamente, la paura è sempre tanta. La paura più grande è quella di contrarlo e contagiare i nostri pazienti anziani, maggiormente a rischio». Com’è cambiato dal vostro punto di vista l’ospedale? «Sono stati creati degli appositi ambienti per persone affette da Covid-19, ovvero il percorso rosso detto anche ‘sporco’. Poi c’è il percorso verde detto anche ‘pulito’, dedicato esclusivamente a tutti i pazienti con altre patologie. Inoltre, per evitare ulteriore contagio, è stata vietata l’assistenza dei familiari agli ammalati. Sono state posticipate o annullate visite mediche e interventi ad eccezione di quelli con maggior urgenza e che non potevano essere rimandati. Nonostante tutti gli accorgimenti dei dispositivi di sicurezza, in più occasioni sono stati chiusi più reparti, riaperti dopo le dovute sanificazioni». L’articolo di apertura è stato scritto da Marco Monti e Maria Tessitore della classe 2ªB della scuola di Villa Pigna. Il pezzo sulla paura del Covid nelle scuole è firmato da Desireè Biancacci della 2ªB; l’articolo sull’attentato a Capitol Hill è di Alessia Celani e Irene Devotelli della 3ªC. La referente del progetto che ha seguito i ragazzi è la professoressa Giovanna Angelini